Aprile 24, 2016

Bisogna tornare indietro nel tempo, nel 1300, quando, in diversi paesi d’Europa, si diffuse la peste. Le cause furono la scarsa alimentazione, la completa assenza dei servizi igienici e il clima inadeguato. La carestia devastò intere popolazioni. L’alta percentuale della presenza dei ratti e delle loro pulci  divulgò il batterio della peste.

Ma come mai, ancora oggi, si pronuncia questa parola, la peste, che provoca una terrorizzante emozione?

I dati che confermano la paura globale sono diffusi dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Nuovi casi in Africa e precisamente in Madagascar, evidenziano un’alta percentuale di epidemia. E’ una zona con scarso sviluppo sanitario, gli stipendi sono molto bassi e gran parte della popolazione non può permettersi le cure idonee.

La peste si distingue in diverse terminologie: la peste polmonare, la peste bubbonica e la peste setticemica.

Peste polmonare è quella che desta più terrore. Si può contrarre da persona infetta a persona sana attraverso un innocuo aerosol.

Peste bubbonica è la più nominata, è l’epidemia conclamata. Si diffonde attraverso la puntura di un insetto infetto che provoca l’insorgenza di grosse pustole e rigonfiamenti sulla pelle.

Peste setticemica è la complicanza delle prime due menzionate forme di peste e si evidenzia con febbri alte, brividi e diversi dolori localizzati nel corpo.

“Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato”

(Edgar Allan Poe)

 

Il mio nome è Stefania, sono Naturopata e mi occupo di alcune discipline olistiche che riguardano il recupero psico-fisico.

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